Visita a Palazzo Barberini con ingresso saltafila
Roma Nascosta offre l’opportunità di visitare Palazzo Barberini con il biglietto saltafila. Prenota e segui le istruzioni riportate qui sotto:
- Appuntamento: Domenica 3 giugno, ore 10:10 in Via delle IV Fontane
- Orario inizio: 10:30 (termine visita alle ore 12:00)
- Costo unico per associati 2018 e convenzionati: 9€
- Costo unico per NON associati: (comprende iscrizione associazione neaPOLIS/Roma Nascosta fino al 31 dicembre 2018): 15€
- Costo speciale per famiglie: gli UNDER 18: 3€ (comprensivo di quota associativa)
- Invalidi: 10€ (comprensivo di quota associativa)
- Cuffie: 2€ l’una
- PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: scrivendo una mail a info@romanascosta.net o mandando SMS o WhatsApp al numero 3801473193.
Per avere copia della nostra pubblicazione “Roma Nascosta” scriverci al momento della prenotazione.
Alcune anticipazioni…
A partire dal Quattrocento, quasi ogni Papa, subito dopo l’elezione al soglio pontificio, assicurava a Roma un nuovo palazzo. Non sfugge a questo destino Palazzo Barberini, voluto da Papa Urbano VIII che affidò il lavoro a Carlo Maderno nel 1623. In seguito alla morte dell’architetto, il lavoro passò a Gian Lorenzo Bernini. Entrambi, tra l’altro, contarono sul’importante collaborazione di Francesco Borromini.
Palazzo Barberini ospita parte dell’importante collezione della Galleria Nazionale d’Arte Antica, che accoglie opere prodotte tra il XIII e il XVIII secolo, tra cui alcuni capolavori di Tiziano, Tintoretto, El Greco e Caravaggio.
Molto ben rappresentata, inoltre, è anche la pittura del Settecento. Si articola in nuclei per scuole che forniscono un quadro completo e conforme per qualità della pittura italiana del periodo, con in più un raro nucleo di dipinti francesi del Settecento.
Palazzo Barberini è un esempio di architettura riadattata e ampliata. Originariamente, il palazzo era di proprietà degli Sforza: quando il Papa affidò l’incarico di costruire un nuovo palazzo, Carlo Maderno pensò di allargalo invece di demolirlo per costruirne uno nuovo.
L’idea dell’architetto (poi messa in pratica) era quella di costruire una seconda ala collegata a quella preesistente da un braccio centrale che dava così alla costruzione una caratteristica innovativa, a forma di H. Il tocco di Borromini, che coadiuvò sia Maderno sia Bernini, è evidente in alcuni dettagli come la celebre scala elicoidale che si snoda intorno ad un vano ellittico e conduce agli ambienti adibiti a biblioteca.
La scala, insieme a quella progettata da Bernini secondo i canoni cinquecenteschi, accompagna ad un’altra meraviglia del palazzo: il grande salone di rappresentanza, la cui decorazione venne affidata a Pietro da Cortona, la cui prospettiva inconfondibile ci ha regalato il monumentale affresco della volta “Il trionfo della Divina Provvidenza”.
La facciata è formata da sette campate che si ripetono su tre piani di arcate sostenute da colonne rappresentanti i tre stili classici (dorico, ionico e corinzio). Tramite le arcate più basse si accede al piano terra entrando in un ampio atrio ellittico fiancheggiato da due scale nei lati e nel quale, centralmente si apre una scala che porta ai giardini, posti ad un livello più alto del piano terra.